In Vaticano avanza la causa del Servo di Dio Felice Canelli. La gioia del Sindaco Miglio e di tutta la comunità sanseverese.

Durante il corso del Congresso peculiare dei Consultori Teologi presso la Congregazione delle Cause dei Santi, è stato dato all’unanimità parere positivo in merito all’esercizio eroico delle virtù, alla fama di santità e di segni del Servo di Dio Felice Canelli (1880-1977), sacerdote della diocesi di San Severo, Salesiano Cooperatore, la cui Causa di Beatificazione è seguita dalla Postulazione salesiana.

“Don Felice, come lo hanno chiamato in maniera affettuosa per decenni generazioni di sanseveresi – dichiara il Sindaco Francesco Miglio – è nei ricordi di tutta la nostra città, testimonianza del cuore grande e caritatevole che i sanseveresi sanno esprimere. E’ un Figlio prediletto di San Severo, ha dedicato la sua vita ai più bisognosi, ai poveri, ai fanciulli, sempre disponibile verso il prossimo, umile, davvero Servo di Dio. A nome mio personale e di tutto il Comune di San Severo saluto con enorme gioia questa lieta notizia, che fa incamminare Don Felice verso il riconoscimento ufficiale della Chiesa per le sue virtù ormai in fama di santità”.

Quale nota su Don Felice tratta dalla Agenzia Info Salesiana.  

Il Servo di Dio Felice Canelli nasce il 14 ottobre 1880 in estrema povertà. La giovane mamma, rimasta vedova, educa i figli a confidare nella Provvidenza. Il sogno di Felice è diventare prete, ma è povero. Il canonico don Luigi Giuliani lo aiuta materialmente e spiritualmente. Viene così ammesso, dal 1892 (e fino al 1903), in seminario, dove viene formato nello spirito della Rerum Novarum di Leone XIII.

Il 6 giugno 1903 don Felice venne ordinato sacerdote. Nel 1905 con l’arrivo a San Severo dei figli di Don Bosco, don Canelli predilige nella sua pastorale l’amore per la gioventù e la classe popolare e resterà fedele figlio di Don Bosco sino alla fine. Dal 1909 al 1927 si occupa della Rettoria di Sant’Antonio Abate e con gli ex allievi salesiani del “Circolo Don Bosco” fonda in loco l’Azione Cattolica, il Partito Popolare. Dalla Gioventù femminile di Azione Cattolica fa nascere le “Dame della San Vincenzo” perché il Vangelo della carità sia ovunque.

Nel 1927 viene nominato parroco di Croce Santa, parrocchia di estrema periferia: vi resterà fino alla morte. Con il motto paolino “omnibus omnia” si fa vicino ai poveri per portarli a Dio e per promuoverli nella loro dignità. Per rispondere alle povertà emergenti nel secondo conflitto mondiale moltiplica in diocesi e in parrocchia le opere caritative e assistenziali. Consumato dall’amore per Dio riflesso nell’amore per le anime don Canelli muore il 23 novembre 1977, con le mani aperte ed elevate al Cielo e con preghiera del Gloria sulle labbra e nel cuore.

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